
L’alimentazione a km 0, nota anche come alimentazione a filiera corta, si basa sull’acquisto e il consumo di prodotti locali che sono coltivati, trasformati e venduti entro un raggio ristretto dalla loro origine. Questo modello di consumo è orientato verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale, promuovendo una serie di benefici sia per i consumatori che per le comunità locali.
I prodotti a km 0 sono definiti come quelli venduti a una distanza minima dal luogo di produzione, idealmente entro 70 km. Questi prodotti includono principalmente frutta, verdura, latte, uova, legumi, vino, carne e cereali. La filiera corta implica che ci sia al massimo un intermediario tra il produttore e il consumatore finale, riducendo così i passaggi di distribuzione.
Optare per alimenti a km 0 significa consumare prodotti più freschi e ricchi di nutrienti. La riduzione dei tempi di trasporto e di stoccaggio permette di mantenere intatte le qualità organolettiche e nutritive dei prodotti, specialmente le vitamine e i fitonutrienti presenti in frutta e verdura. Questo aspetto è cruciale per la salute, poiché le vitamine sono essenziali per numerosi processi biologici nel corpo umano.
L’alimentazione a km 0 contribuisce significativamente alla riduzione dell’impatto ambientale. Minimizzando la distanza di trasporto, si riducono le emissioni di gas serra e il consumo di energia associato ai processi di distribuzione a lunga distanza. Inoltre, l’uso limitato di imballaggi e la promozione di pratiche agricole sostenibili favoriscono una maggiore eco-sostenibilità. Acquistare prodotti a km 0 sostiene l’economia locale, aiutando le piccole aziende agricole e i produttori a mantenere la loro attività economica all’interno della comunità. Questo modello di consumo rafforza anche il legame tra consumatori e produttori, promuovendo una maggiore trasparenza e fiducia, oltre a educare i consumatori sulla provenienza e le tecniche di produzione dei cibi che consumano.